Monte Bruffione e mote Boia dal Gaver

Dettagli

Data
18-6-2017
Difficoltà
EE: Escursionisti esperti
Accompagnatori
  • Raffaele Vezzola

Finalmente é giunta anche la temuta trasferta in alta val del Caffaro, destinazione gruppo del Bruffione. Unica destinazione, due le mete da raggiungere, per il gruppo base il passo del Bruffione e traversata fino ai laghetti, per l' avanzato la cima principale passando dal passo e dalla cima del monte Boia.
Giunti al parcheggio poco prima del Gaver, ci dividiamo in due gruppi, io seguo i più grandi sulla stradina che porta fino alla piana e alla malga Bruffione di sotto. Prendiamo a questo punto il bivio sulla sinistra. Il sentiero si inerpica subito ripido verso la malga Casöle mantenendo le promesse della relazione di salita: traccia ripida verso il monte che si chiama "Boia".
I prati e gli scarsi alberi lasciano il posto alle prime pietraie, per fortuna il sole è velato dalle nuvole e il martello di Ra non è così opprimente. Durante le pause per riprendere fiato, cerchiamo d'individuare là in alto il passo e la traccia per raggiungerlo.
L’entusiasmo che ci aveva spinto veloci, lungo i primi passi comincia a scemare, la fatica bussa e il gruppo si divide in due drappelli, i più veloci e forti, non per forza i più grandi, dietro alla nostra “testa” Narciso, gli altri, i meno in forma, arrancando un pochino, cercano di mantenere il passo.
Finalmente giungiamo all’inizio della cresta del monte Boia, recuperiamo energie mangiando una barretta e, costeggiando la “Scudela”, poco sotto la cresta su grossi pietroni traversiamo in salita fino a giungere ai 2583 metri del monte Boia.
Manca poco a mezzogiorno, fuori i panini e diamo soddisfazione alla nostra meritata fame. La stanchezza non impedisce ai ragazzi di togliere dagli zaini anche dei cordini e cominciare a provare i nodi imparati durante l’ultima uscita. Sarà per ritardare un poco la partenza o genuina voglia d'imparare?
In marcia ora, davanti a noi la meta, il monte Bruffione, meno di cento metri più alto del Boia, ma dobbiamo prima colmare il passo e, per farlo dobbiamo scendere la lunga cresta, in parte attrezzata con cordini, per poi rimontare dall’altra parte fino all’agognata cima.
Fatica ... Tanta, ma tutti raggiungiamo la vetta (2665 metri) per la meritata stretta di mano e un applauso che ci rende orgogliosi. Qualche ragazzo soffre di mal di testa, ma è quasi scontato dopo una così lunga salita e l’alta quota raggiunta.
Torniamo sulle nostre tracce fino a ritornare al passo per poi girare a sinistra a imboccare il sentiero che ripido si infila nella val Retorti. Passiamo dalla malga, poi dalla malghetta fino a ritornare al punto di partenza dove ci aspettano le auto.
La discesa lunga, la fatica accumulata e anche un leggero mal di montagna rendono lo scendere per alcuni ragazzi un poco penoso, ma non importa, è stata comunque un’impresa: 1450 metri di dislivello in salita e altrettanti in discesa, è gesta memorabile per molti di noi.
Forse è l’uscita più impegnativa del programma di quest’anno, ma ora è alle nostre spalle, torniamo ricchi in consapevolezza delle nostre capacità.