Cresta sud del monte Pizzoccolo

Dettagli

Data
17-4-2017
Accompagnatori
  • Mara Venini
  • Boris Rolfi

60 ragazzi sulla cima del Pizzoccolo

Pasquetta: è arrivata la prima uscita in montagna dei ragazzi dell’Alpinismo Giovanile del CAI Vestone. Piazzale della Birreria, ore 07:30 presenti all’appello 34 ragazzi del gruppo base e 28 del gruppo avanzato più circa 25 adulti quali accompagnatori. Destinazione lago di Garda, monte Pizzoccolo, per i locali monte “Gu”, una bella cima rocciosa che con i suoi 1571 metri si innalza alle spalle di Maderno. Vetta citata anche dal Carducci in una delle sue odi: - il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia, supino e minaccevole -, speriamo bene...
Una processione di automobili ci porta fino alla località di Ortello, dove a fatica cerchiamo di parcheggiare al meglio le auto ai lati della stradina sterrata che porta a Sant’Urbano.
Due gruppi, stessa meta, ma da due percorsi diversi: il gruppo “base” salirà per la via normale che passa da malga Valle, “l’avanzato” dalla cresta sud seguendo il sentiero CAI n°27.
Boris e Narciso rapidi procedono in testa al gruppo dei ragazzi più grandi, gli altri adulti distribuiti a controllo dei giovani ed io mi sistemo in coda: devo osservare i meno grandi e il loro procedere. La partenza è su di una carrareccia che traversa la base del monte per raggiungere la cresta. Passando accanto alla falesia “Tre porcellini”, Boris ci illustra le manovre di sicurezza da adottare quando si arrampica su roccia e questo ci permette di recuperare un poco il fiato prima di affrontare il crinale. Il sentiero impenna, il passo per fortuna un poco rallenta e possiamo volgere lo sguardo verso il lago. Sotto di noi il paese di Toscolano Maderno pare una mappa, lontano a sud intravediamo l’isola del Garda e quella dei Conigli, la Rocca di Manerba e la penisola di Sirmione, di fronte a noi il Monte Baldo. Cominciamo a togliere le felpe, il sole e l’erta ci riscaldano ed è piacevole rimanere in maniche corte.
Superiamo senza degnarlo di uno sguardo il bivio per il rientro di emergenza e accarezziamo con piacere la roccia calda e fessurata che ci invita a provare alcuni passi di arrampicata. Questa prima uscita è la verifica per i ragazzi un poco arrugginiti dopo la stagione invernale ma tutti si stanno impegnando al meglio a dimostrare di possedere gli attributi di un gruppo “avanzato”.
Finalmente intravediamo sopra di noi il riflesso degli specchi dell’anemometro che ci confermano che la vetta è poco lontana. Ultimo balzo e ci troviamo sullo spartiacque che ci separa dal ripido versante nord del monte che precipita sulla selvaggia Val Vestino con il suo lago e la diga.
I compagni del gruppo “base” capitanati da Claudio, sono una lunga fila che sta raggiungendo il bivacco Due Aceri.
Se verso il lago, il sole è padrone, sulle montagne il cielo è scuro, e minaccia temporale. In fretta vestiamo le felpe e le giacche a vento e aperti gli zaini diamo fondo ai viveri. I due gruppi dei ragazzi si mischiano e i racconti si intrecciano a testimoniare e a condividere la fatica. Fa freddo e qualche fiocco di neve fa la sua comparsa. Scartiamo l’idea di scendere allungando il percorso fino alle Prade e al Pirello e decidiamo d'imboccare la via fatta dai ragazzi del “base” per salire.
Il freddo è un ottimo stimolo per allungare il passo e veloci caliamo di quota fino a uno slargo del sentiero dove accamparci ad aspettare i compagni che più lenti stanno ancora scendendo.
Ci accorgiamo di essere stati velocissimi, il termine dell’escursione era previsto per le 17 e abbiamo ancora davanti almeno 3 ore da impegnare.
Cerchio di condivisione, ragazzi e adulti, per conoscerci meglio, il tema è centrato sui superpoteri. Difficile spiegare a chi non era presente la dinamica di questa attività, ma vi posso assicurare che ci ha permesso di conoscerci un poco meglio gli uni con gli altri.
Ancora non arrivano...
Si gioca a “Groviglio di corpi”! Per molti di noi questo gioco made in Belarus è una novità, ma contagia facilmente e a parte i “timidissimi” la maggior parte di noi partecipa aggrovigliando e sgrovigliando. Una partita, due, tre, quattro e ancora non arrivano...
Si gioca a “Buldozer”! Gioco maschio che spegne le ultime energie ma accende gli occhi di piacere. Una, due, tre partite e finalmente spuntano i compagni del “base” che nel frattempo già avevano fatto il “Gioco dei nomi”
Le macchine sono poco sotto, siamo in anticipo di un’ora e organizzare tutte le partenze risulta un poco laborioso (mancano alcuni genitori/autisti), ma riusciamo per fortuna, a stivare tutti i ragazzi e imbarcarli per casa.
Ormai è un’abitudine per la prima uscita cercare un poco di caldo sul Garda, forse quest’anno è stata un’uscita un poco più rigida, ma il panorama ammirato dal balcone del Pizzoccolo era spettacolare. Ottima la partecipazione e l’impegno di tutti i ragazzi. Se la cresta per l’avanzato ha stimolato un poco di adrenalina, anche per il base la salita è stata erta e faticosa e ce ne siamo resi conto nello scendere a valle. Grande la partecipazione degli accompagnatori, spero che anche per loro sia stata una buona uscita.
Ho solo un cruccio, seguendo il gruppo “avanzato”, non ho potuto raccontare l’escursione dei ragazzi del base, non c’ero. Io spero sempre che qualcuno, ragazzo o adulto che sia, possa un giorno relazionare e fare qualche fotografia in più. Prima o poi avverrà.


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60 ragazzi sulla cima del Pizzoccolo

Pasquetta: è arrivata la prima uscita in montagna dei ragazzi dell’Alpinismo Giovanile del CAI Vestone. Piazzale della Birreria, ore 07:30 presenti all’appello 34 ragazzi del gruppo base e 28 del gruppo avanzato più circa 25 adulti quali accompagnatori. Destinazione lago di Garda, monte Pizzoccolo, per i locali monte “Gu”, una bella cima rocciosa che con i suoi 1571 metri si innalza alle spalle di Maderno. Vetta citata anche dal Carducci in una delle sue odi: - il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia, supino e minaccevole -, speriamo bene...
Una processione di automobili ci porta fino alla località di Ortello, dove a fatica cerchiamo di parcheggiare al meglio le auto ai lati della stradina sterrata che porta a Sant’Urbano.
Due gruppi, stessa meta, ma da due percorsi diversi: il gruppo “base” salirà per la via normale che passa da malga Valle, “l’avanzato” dalla cresta sud seguendo il sentiero CAI n°27.
Boris e Narciso rapidi procedono in testa al gruppo dei ragazzi più grandi, gli altri adulti distribuiti a controllo dei giovani ed io mi sistemo in coda: devo osservare i meno grandi e il loro procedere. La partenza è su di una carrareccia che traversa la base del monte per raggiungere la cresta. Passando accanto alla falesia “Tre porcellini”, Boris ci illustra le manovre di sicurezza da adottare quando si arrampica su roccia e questo ci permette di recuperare un poco il fiato prima di affrontare il crinale. Il sentiero impenna, il passo per fortuna un poco rallenta e possiamo volgere lo sguardo verso il lago. Sotto di noi il paese di Toscolano Maderno pare una mappa, lontano a sud intravediamo l’isola del Garda e quella dei Conigli, la Rocca di Manerba e la penisola di Sirmione, di fronte a noi il Monte Baldo. Cominciamo a togliere le felpe, il sole e l’erta ci riscaldano ed è piacevole rimanere in maniche corte.
Superiamo senza degnarlo di uno sguardo il bivio per il rientro di emergenza e accarezziamo con piacere la roccia calda e fessurata che ci invita a provare alcuni passi di arrampicata. Questa prima uscita è la verifica per i ragazzi un poco arrugginiti dopo la stagione invernale ma tutti si stanno impegnando al meglio a dimostrare di possedere gli attributi di un gruppo “avanzato”.
Finalmente intravediamo sopra di noi il riflesso degli specchi dell’anemometro che ci confermano che la vetta è poco lontana. Ultimo balzo e ci troviamo sullo spartiacque che ci separa dal ripido versante nord del monte che precipita sulla selvaggia Val Vestino con il suo lago e la diga.
I compagni del gruppo “base” capitanati da Claudio, sono una lunga fila che sta raggiungendo il bivacco Due Aceri.
Se verso il lago, il sole è padrone, sulle montagne il cielo è scuro, e minaccia temporale. In fretta vestiamo le felpe e le giacche a vento e aperti gli zaini diamo fondo ai viveri. I due gruppi dei ragazzi si mischiano e i racconti si intrecciano a testimoniare e a condividere la fatica. Fa freddo e qualche fiocco di neve fa la sua comparsa. Scartiamo l’idea di scendere allungando il percorso fino alle Prade e al Pirello e decidiamo d'imboccare la via fatta dai ragazzi del “base” per salire.
Il freddo è un ottimo stimolo per allungare il passo e veloci caliamo di quota fino a uno slargo del sentiero dove accamparci ad aspettare i compagni che più lenti stanno ancora scendendo.
Ci accorgiamo di essere stati velocissimi, il termine dell’escursione era previsto per le 17 e abbiamo ancora davanti almeno 3 ore da impegnare.
Cerchio di condivisione, ragazzi e adulti, per conoscerci meglio, il tema è centrato sui superpoteri. Difficile spiegare a chi non era presente la dinamica di questa attività, ma vi posso assicurare che ci ha permesso di conoscerci un poco meglio gli uni con gli altri.
Ancora non arrivano...
Si gioca a “Groviglio di corpi”! Per molti di noi questo gioco made in Belarus è una novità, ma contagia facilmente e a parte i “timidissimi” la maggior parte di noi partecipa aggrovigliando e sgrovigliando. Una partita, due, tre, quattro e ancora non arrivano...
Si gioca a “Buldozer”! Gioco maschio che spegne le ultime energie ma accende gli occhi di piacere. Una, due, tre partite e finalmente spuntano i compagni del “base” che nel frattempo già avevano fatto il “Gioco dei nomi”
Le macchine sono poco sotto, siamo in anticipo di un’ora e organizzare tutte le partenze risulta un poco laborioso (mancano alcuni genitori/autisti), ma riusciamo per fortuna, a stivare tutti i ragazzi e imbarcarli per casa.
Ormai è un’abitudine per la prima uscita cercare un poco di caldo sul Garda, forse quest’anno è stata un’uscita un poco più rigida, ma il panorama ammirato dal balcone del Pizzoccolo era spettacolare. Ottima la partecipazione e l’impegno di tutti i ragazzi. Se la cresta per l’avanzato ha stimolato un poco di adrenalina, anche per il base la salita è stata erta e faticosa e ce ne siamo resi conto nello scendere a valle. Grande la partecipazione degli accompagnatori, spero che anche per loro sia stata una buona uscita.
Ho solo un cruccio, seguendo il gruppo “avanzato”, non ho potuto raccontare l’escursione dei ragazzi del base, non c’ero. Io spero sempre che qualcuno, ragazzo o adulto che sia, possa un giorno relazionare e fare qualche fotografia in più. Prima o poi avverrà.