Rifugio Tita Secchi al lago della Vacca

Dettagli

Data
20-8-2016
Durata
2 giorni
Difficoltà
E: Escursionisti
Accompagnatori
  • Mara Venini
  • Boris Rolfi

Si parte da Vestone con auto alle ore 8:00. Siamo dodici ragazzi del gruppo Base e dieci accompagnatori.
Si intraprende il cammino dalla Malga Cadino e si segue lo sterrato in lungo sviluppo fino alla fine sotto la Corna Bianca (2000 m). Da qui si segue il lungo sentiero, sabbioso prima, sassoso poi per il Passo della Vacca (2359 m). Il sentiero è agevole e non presenta difficoltà.
Giunti alla “Vacca”, il sasso a forma di bovino da cui prende il nome il lago artificiale sottostante, i nostri ragazzi vi si arrampicano e posano per la foto di rito.Dal passo poi ci dirigiamo verso il rifugio Tita Secchi (2360 m)Ospitati nella veranda possiamo finalmente aprire i nostri zaini e recuperare un po’ di energie.
Il tempo nel frattempo peggiora, di lì a poco inizia a piovere, questo ci impedisce di uscire in am- biente come da programma.
Il nostro Boris, esperto accompagnatore, nonché operatore del soccorso alpino della valle Sabbia ci intrattiene con una interessantissima lezione sulla sicurezza in montagna.
Ci spiega anche come realizzare alcuni dei nodi più utilizzati nell’arrampicata e per la progressione su ghiacciaio.
Proviamo praticamente con i cordini distribuiti ad imitare i gesti del relatore e riusciamo, con soddi- sfazione, a comporre alcuni nodi.
Più tardi ci vengono poi assegnate le confortevoli camerate al piano superiore.
Anche se siamo costretti a rimanere all’interno del rifugio, il tempo vola ed arriva l’ora di cena. Siamo disposti su due tavolate. Oltre a noi in rifugio una compagnia di Alessandria che percorreva il sentiero numero uno, un solitario sulle stesse orme ed una sventurata famiglia del lago che si era fermata per la notte, causa condizioni meteo.
I nostri ragazzi hanno rallegrato e movimentato la serata.
Si era poi iniziato a parlare della storia del fantasma avvertito dai guardiani della diga, di cui aveva parlato anche la stampa alcuni anni fa.
Questi discorsi hanno agitato non poco i più piccoli che sono andati ad informarsi direttamente dalla rifugista sulla veridicità della storia... questa naturalmente ha confermato!
Poi c’è stato l’assalto alle cartoline con la raccolta di tutte le firme dei partecipanti alla gita da con- servare a ricordo dell’esperienza.
Nonostante qualche mal di pancia per l’emozione ed i pianti del piccolo della famiglia lacustre, la notte è trascorsa serenamente.

Domenica 21 Agosto-Rifugio Tita Secchi, passo del Blumone, Gaver
Le previsioni meteo per il pomeriggio intravedono un rischio di temporali. Si decide comunque di raggiungere il passo Blumone. (2633 m) a cui si arriva camminando su una pietraia.
Il programma prevedeva di proseguire lungo il sentiero n° 1 dell’alta via dell’Adamello per poi gi- rare a destra in direzione del passo del Termine, poi il casinello del Blumone ed infine il rifugio Ni- kolajewka al Gaver.
Valutando la situazione si decide di variare il programma percorrendo un piccolo tratto del sentiero Antonioli, incrociando alcuni ruderi risalenti alla prima guerra mondiale, ricongiungendosi poi al sentiero percorso al mattino.
Ripassiamo dal rifugio e intraprendiamo il sentiero che termina nella piana del Gaver vicino alla chiesetta.
Durante una delle soste Boris ci illustra la segnaletica sui sentieri, segni ed omini.
Ci mostra poi l’utilizzo della bussola, in caso di scarsa visibilità, per giungere alla meta prefissata.
Giunti alla chiesetta del Gaver iniziano a cadere le prime gocce... Siamo stati proprio fortunati! Sarà forse che il fantasma buono ci ha protetti?
I ragazzi sono stati molto soddisfatti di queste due giornate vissute in ambiente.
Il lunedì una mamma mi ferma per strada e mi dice che la sua bimba è tutta indolenzita ma parti- rebbe subito per ripetere la bella esperienza.
Bella storia!