Cima Rocca

Dettagli

Data
6-11-2016
Difficoltà
EEA: Escursionisti esperti con attrezzatura
Accompagnatori
  • Raffaele Vezzola
  • Beppe Pelizzari

Uscita speciale per i 7 ragazzi che hanno dimostrato salendo ai 3000 metri del passo Zebrù la voglia e la grinta maggiore.
Gruppo limitato nel numero per tre motivi importanti:
Escursione tecnicamente impegnativa essendo una ferrata.
Attrezzatura limitata, il materiale di gruppo per ora riesce a proteggere solo 7 ragazzi.
Accompagnatori disponibili: per uscite di questo tipo non possiamo superare il rapporto 1 accompagnatore ogni 2 ragazzi.
Usciamo in parallelo con gli adulti, loro faranno la ferrata Susatti, noi la ferrata Lastre per poi ricongiungerci, ritornare sui nostri passi, per tutti assieme salire il sentiero attrezzato della Cima Rocca, il tutto nel gruppo della Rocchetta che si trova alle spalle di Riva del Garda.
Partenza alle ore 8,30, siamo in più di trenta, il sole è già alto, ce lo garantisce il cambio dell’ora di questa notte. Riempiamo le auto per portarci a Biacesa dove, dopo aver distribuito il materiale, ci incamminiamo sul sentiero dei Bech in direzione della Susatti. Giunti al bivio, abbandoniamo gli Adulti per imboccare il nostro sentiero verso la ferrata delle Lastre.
Vestizione, verifica degli imbraghi, spiegazione dell’uso del set da ferrata e via verso l’alto.
La scelta della facile ferrata delle Lastre permette anche ai ragazzi che mai hanno affrontato sentieri attrezzati di familiarizzare con le attrezzature fisse e quelle personali.
Il sole ci riscalda e saliamo veloci in maglietta fino a raggiungere due grossi “cavernoni” trasformati in un museo fotografico all’aperto che illustra le operazioni belliche della Grande Guerra.
Poco più in alto troviamo la chiesetta di san Giovanni e poco oltre il bivacco Arcioni, sulla terrazza del quale ci concediamo il primo veloce ristoro.
Abbiamo fretta, dobbiamo arrivare alla prossima ferrata prima che giungano coloro che sono saliti dalla Susatti perché al congiungimento dovremo tornare a ritroso e non vogliamo perderci il completamento della Foletti.
All’attacco della ferrata, i primi intoppi. Noi procediamo contromano e gruppi sempre più numerosi di alpinisti che giungono da cima Capi ci costringono a rallentare e a volte sostare per consentire il passaggio. La ferrata presenta difficoltà maggiori rispetto alla precedente, un traverso esposto e liscio mette a dura prova il sangue freddo di qualche ragazzo, ma ben coadiuvati dagli accompagnatori tutto si supera.
Siamo vicini all’uscita e incrociamo i primi compagni del CAI Vestone, ma purtroppo con loro una folla di altri alpinisti che si snoda lungo il percorso. Solo 3 di noi riescono a passare e completare la via, i rimanenti sono costretti a battere in ritirata fino a raggiungere nuovamente la chiesetta di san Giovanni dove ci concediamo la pausa pranzo.
Riformiamo il gruppo “Caino” per imboccare il sentiero attrezzato che sale Cima Rocca.
L’insegna davanti all’ingresso della prima galleria di guerra indica in modo inequivocabile l’inizio del percorso. È necessario indossare il caschetto oltre ad avere una lampada che si rivelerà indispensabile lungo l’intero percorso. La prima galleria è relativamente breve ma tortuosa; la segnaletica indica all’interno il percorso corretto evitando alcune diramazioni a fondo cieco. In breve raggiungiamo la base di una scala metallica verticale, alta circa 12 metri, che permette l’uscita definitiva dal primo tunnel. Proseguiamo nel bosco affrontando alcuni ripidi canalini terrosi oltre a brevi salti rocciosi ben attrezzati con funi metalliche fisse. In breve siamo all’imbocco della seconda galleria.
La sovrabbondante segnaletica permette ancora una volta di districarsi all’interno dei cunicoli; da notare la presenza di alcune finestre che permettono uno sguardo all’esterno. Usciti all’aperto proseguiamo lungo il sentiero attrezzato che ci porta fino alla vetta.
Magnifica appare la visione del Lago di Garda, sormontato a oriente dalla lunga catena del Monte Baldo mentre in primo piano si osservano le rocce sommitali di Cima Capi, il lago, Riva del Garda e a ovest la Valle di Ledro.
Scolliniamo seguendo il sentiero 471A che sfrutta una vecchia trincea di guerra disposta grosso modo lungo il filo di cresta fino a giungere alla spettacolare Bocca Pasumer, ardita sui paretoni che salgono dalla valle del Ponale.
Dapprima per sentiero poi lungo una stradina scendiamo velocemente fino al parcheggio dove abbiamo lasciato le auto. Il sole è già calato, le magliette sono umide di sudore e la pelle d’oca rizza i peli sulle nostre braccia ma una visione ci riscalda nuovamente: un tavolo apparecchiato ci attende.
È l’ultima uscita della stagione estiva e come è uso al CAI Vestone si banchetta: pane, salame, prosciutto (resti del bottino dell’uscita al san Valentino di questa primavera), formaggi, acciughe, vino, bibite, torte e spumante per festeggiare.
Uscita positiva dove ho potuto verificare i progressi di questi mesi, sicurezza e attenzione alla progressione hanno garantito piacere e adrenalina. Un buon gruppo sempre sbilanciato verso l’alto e verso avanti.
Un paio di -quanto manca?- ma nessun -sono stanco- oppure -quando ci fermiamo?-. Abbiamo tenuto il passo degli Adulti e tanto basta!

Alla prossima che sarà la Novembrata. Raffaele